La nostra vita è ormai regolata e scandita dall’uso delle applicazioni; certo, la maggior parte di loro sono utili e sono studiate appositamente per renderci le giornate più semplici e per avere tutto quello che ci occorre a portata… Di click!
Ce ne sono altre, invece, che diventano dei mostri divoratori di tempo, di concentrazione e di attenzione e che, invece di aiutarci, ci ostacolano nel raggiungimento dei nostri obiettivi e nel portare a termine le nostre attività. L’app di Facebook, purtroppo, rientra spesso nel secondo gruppo. Sempre più persone sono passate dallo sbirciarla per curiosità nei momenti vuoti della giornata allo spendere ore e ore scrollando la bacheca e guardando video di gattini e meme inutili. Come mai? Presto detto: il meccanismo mentale che innesca Facebook è simile a quello del gioco d’azzardo; le notifiche sono come delle piccole sorprese che ci creano gratificazione e, per questo, ne vorremmo sempre di più. Insomma, creano dipendenza. La possibilità di avere questa “droga” sul nostro smart phone, quindi sempre a portata di dito, stimola e nutre questo processo vizioso. Il risultato è che ci incolliamo a Facebook mentre guidiamo, mentre siamo in bagno, mentre cuciniamo, mentre -ahimè, lo vedo spesso- stiamo parlando con le persone che ci stanno di fronte. Poco importa che i contenuti di Facebook siano sempre peggiori: bufale, autoreferenzialità e vuote mediocrità come se piovesse. Giusto per fare due esempi, a cosa ci serve sapere come sono finiti i protagonisti dei telefilm anni ‘90 o conoscere l’elenco dei dieci video più spaventosi della rete? Oltre a questo, vedo anche che molte persone hanno iniziato a ragionare in termini di “mi piace”. Se non hai messo mi piace al mio post ti sto antipatico. Se non ho raggiunto almeno 80 mi piace non sono nessuno. Siamo, insomma, al paradosso, all’abbandono della realtà in favore del virtuale. Per provare a fare un esperimento organizzativo (e perché stavo cadendo vittima di questo meccanismo pure io e, francamente, ne ero stanco) ho voluto cancellare l’apparentemente indispensabile app di facebook per vedere cosa succedeva nella mia vita. Dei cambiamenti effettivamente ci sono stati; ecco un elenco dei primi risultati:
Di fatto, ho vissuto la cancellazione dell’app come una sorta di liberazione e con sollievo. E quindi? Come Professional Organizer, consiglio di cancellare l’app a tutti quelli che hanno problemi di gestione della produttività personale e del tempo, perché si tratta davvero di un nemico sempre più potente, anche se pochi lo realizzano e lo considerano tale. E tu hai mai provato a contare quante volte al giorno guardi l’app di Facebook e per quanto tempo?
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Giugno 2018
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